“…ma io penso che l’amore divino sia una pianta simile a quella che chiamiamo angelica, la cui radice è altrettanto profumata e salutare quanto lo stelo e le foglie”
(San Francesco di Sales - Trattato dell’amor di Dio)

Non vi sembri troppo romantico, ma quanto è bello immaginare Giovanni Bosco che cresce guidato silenziosamente e segretamente dal Signore, nel grande mistero che è la vita terrena, mediante San Francesco di Sales e Santa Giovanna di Chantal, sotto il manto protettore di Maria Ausiliatrice. La vita di Don Bosco è un esempio di vita concreta nella quale il suo andare avanti, fin dalla prima infanzia, pieno di difficoltà, avrebbe dovuto renderlo egoista e attento solo ai suoi bisogni per la sopravvivenza. La sua storia ce lo farebbe pensare. Ed invece vediamo una persona sempre attenta al prossimo, generoso e sensibile all’inverosimile. La necessità di lavorare, fin da bambino, al servizio di altri che lo sfruttavano, non annullò il suo desiderio di leggere e studiare, sacrificando anche le ore della notte per finire un libro iniziato e mettendo quasi a repentaglio la sua salute pur di realizzare il suo sogno, quello dell’aiuto all’infanzia in difficoltà. E’ come se la mistica di San Francesco di Sales trovasse in Giovanni Bosco un concreto modo di manifestarsi in tutte le azioni concrete che lui facesse, come se finalmente Marta e Maria fossero in una completa comunione.

Scrive Teresio Bosco nel libro dedicato a San Giovanni Bosco: “Nel 1827, a Milano, Alessandro Manzoni pubblicò la prima edizione dei Promessi Sposi. Nel 1828, a Recanati, Giacomo Leopardi iniziò a comporre i grandi Idilli. Nel 1829, a Parigi, Gioacchino Rossini mise in scena il suo capolavoro, Guglielmo Tell. In questi tre anni Giovanni Bosco strigliò le mucche in una sperduta cascina del Monferrato. Ma cominciò a parlare con Dio”.

Giovanni Bosco, uomo di grande intelligenza e memoria, capace di compiti intellettivamente elevati ma anche di una forza fisica notevole, si sacrificò molto per leggere e studiare, anche la notte, fino a mettere in pericolo la salute per andare avanti nel suo santo proposito. Queste doti umane, unite ad una grande sensibilità e generosità, ed alla fede indissolubile nell’amore di Dio, hanno fatto si che potesse dare origine alla meravigliosa opera salesiana.

Ed in effetti, in tutta la sua vita, Giovanni Bosco ha saputo sempre mettere il cuore nelle cose concrete che hanno portato poi alla creazione della sua opera, sapendo sempre e con grande generosità, pensare al vissuto del suo prossimo, prima ancora cha alla sua personale convenienza, manifestando in questo una sensibilità, una bontà e una dolcezza, degne del suo Santo ispiratore e Padre, San Francesco di Sales. Come se il suo unico bene e convenienza fosse vivere l’amore di Dio. Giovanni Bosco non ha mai messo in secondo piano la vita spirituale mentre svolgeva, nella concretezza, le sue quotidiane necessità e quelle del suo prossimo. Non e facile, forse non è possibile, essere generosi quando si ha una grande difficoltà di sopravvivenza, se non perché il proprio cuore è già dentro la consapevolezza dell’amore di Dio. Io sono già amato, come condizione di nascita. Per questo, alla luce della fede di una verità così infinitamente bella e così grande, affronto le vicende della vita da una prospettiva autentica. In quanto sono già amato, posso amare.